Affetto

L’affetto non è un sentimento “markettabile”. Lasciatemi spiegare. Quanti film, libri, pièces teatrali, canzoni conoscete che parlano di avvincenti storie d’affetto? Io personalmente non ne conosco molte. Certo, c’è da dire che l’amore e l’odio sono sentimenti molto più interessanti, più travolgenti, spesso totalizzanti. In una partita di calcio tra la squadra dell’Amore e la squadra dell’Odio, sarebbe difficile dire chi ne uscirebbe vincitore. Ma Affetto contro Odio, si sa già come va a finire: 1-7 come Brasile-Germania nel 2014. 

Ecco, l’affetto sicuramente tra tutti i sentimenti, non è quello più vendibile. Però spezziamo una lancia a suo favore: è quello più umano. È quel sentimento che ti spinge ad ascoltare, ad empatizzare, a comprare cartoline trash a Viareggio per la tua amica che le colleziona. L’affetto è quello che ci fa funzionare, che ci allontana dallo stato di natura di Hobbes. Altro che società, l’affetto vince sulle regole. Perché anche agli egoisti fa bene voler bene. Perché voler bene ci unisce, ci fa sentire meno soli. 

A proposito di partite, a volte credo che l’affetto, l’odio e l’amore non giochino neanche nello stesso campionato. Se per l’amore vale il detto lontano dagli occhi lontano dal cuore, per l’affetto no. L’affetto aspetta, è paziente, rimane. 

(Vassiliki Deij)