Un oggetto smart o intelligente è un oggetto che oltre alla sua funzione base, che sia frullare o tostare, possiede al suo interno una serie di circuiti che gli permettono di fare calcoli, prendere decisioni e potenzialmente essere connesso al mondo al di fuori delle quattro mura di casa. Oggi ‘smart’ significa per lo piú aggiungere ad un oggetto la capacitá di essere controllato in remoto o la possibilità di ascoltare e rispondere. Ma un oggetto intelligente cambia il rapporto, le aspettative e il ruolo che ha nella nostra vita.
Un oggetto intelligente è meno passivo, non ti aspetta, ma a anticipa le tue scelte e costantemente cerca di comprendere il suo contesto e i tuoi desideri. Ha un suo linguaggio, spesso una voce, per comunicare le sue opzioni. Ha delle nuove necessità di imparare da noi e essere allenato per migliorare. La sua ‘intelligenza’ crea nuove aspettative e meno pazienza per gli errori. Un oggetto intelligente è fisicamente presente, ma non interagisce solo con te, ha interazioni invisibili e incomprensibili ai nostri occhi con altri oggetti, persone e servizi.
La domanda interessante nel progetto è quale valore può portare, oltre a rendere la vita piú semplice o efficiente? Quali nuove metafore oltre a un’assistente che parla o un telecomando a distanza? Oggi un oggetto ‘smart’ è ‘smart’ in maniera molto definita, ma quali nuove specie di oggetti intelligenti possiamo creare per condividere e abitare le nostre case, con nuovi linguaggi anche non umani, con livelli di intelligenza diversi per aiutarci o essere aiutati, con nuovi valori anche meno funzionali?
Progettare un oggetto intelligente crea nuove responsabilità, perché se un oggetto fosse veramente intelligente farebbe cose difficili da comprendere e magari non saremmo neanche d’accordo.
(Simone Rebaudengo)