Palermo

Raffinatissima trappola per gli ultimi romantici, Palermo è un’opera collettiva millenaria, paradossalmente fatta per la gran parte di eccentrici individualisti, per la gran parte arroganti, orgogliosi e superbi, usi nei secoli ad avere a che fare con dominazioni politiche, economiche e culturali tra le più diverse, e a tenere miracolosamente, fortunosamente anche, la testa alta mentre i piedi stanno nel fango. Il che, pur comportando qualche inevitabile inconveniente pratico per la vita di ogni giorno, rende la città straordinariamente complessa e affascinante, soprattutto per i romantici di cui sopra, artisti e criminali di varia natura, che ne traggono ispirazione, oltre che per i visitatori, che in media restavano a Palermo tre giorni, senza dubbio indimenticabili. 

Qui, c’è posto per tutto e il contrario di tutto, soltanto che questo tutto deve decantare: anni, mesi, secoli, millenni per trasformarsi mille volte senza apparentemente cambiare mai, che altrimenti finisce il gioco e buonanotte. Quando questa cosa è sistemata in una bella storia, accanto alle grotte del Paleolitico, il mare, la cassata, i fenici, i greci, gli arabi, i normanni, i francesi, gli spagnoli, i Florio, gli inglesi, gli americani, i comunisti, il pane con la milza, il timballo, Federico II, il Teatro Massimo, il liberty, Tomasi di Lampedusa, Letizia Battaglia, i vini Tasca d’Almerita, il mandarino tardivo di Ciaculli, le maare, il Sindaco Orlando e Santa Rosalia, ecco Palermo. Miscela di eterno passato ed eterno presente, sempre contemporanea perché con questa confusione come si fa a pensare al futuro? 

Ma vediamoci, parliamone al bar e magari presentiamo un bel progetto.

(Anna Amalfi)